Bebeez - 27 Luglio 2022

Anche il gruppo Ambrosi, leader nei formaggi italiani DOP, passa ai francesi di Lactalis. Deal da 300 mln euro
Data:

27 Luglio 2022

Fonte:

Bebeez

Anche il gruppo Ambrosi, leader nei formaggi italiani DOP, passa ai francesi di Lactalis. Deal da 300 mln euro

Il gruppo Ambrosi, leader mondiale nei formaggi DOP italiani, passa al colosso francese Lactalis, che in Italia negli anni passati ha già condotto una serie di altre acquisizioni come da Parmalat Cademartori, da Galbani Nuova Castelli.

Il gruppo transalpino che fa capo alla famiglia Besnier ha rilevato il 100% dalla famiglia Ambrosi e dal gruppo tedesco Emmi, a sua volta titolare del 25% di Ambrosi .L’accordo prevede la conferma dell’attuale management, con l’obiettivo di accelerare ulteriormente la crescita internazionale dell’attività

Non sono stati divulgati i termini dell’operazione, ma sul mercato circola una valutazione di circa 300 milioni di euro, pari a 15 volte l’ebitda atteso per il 2022, dopo un 2021 in cui Ambrosi, che conta 430 dipendenti di cui 300 in Italia, ha registrato ricavi netti per 418,5 milioni di euro (+5,7% dai 400 milioni del 2020), con 12,3 milioni di ebitda, un utile netto di circa 2 milioni (e un debito finanziario netto di 107,3 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).

Ambrosi, con sede a Castenedolo (Brescia) è leader nella produzione e distribuzione di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, i due più importanti formaggi Dop italiani, un settore in cui Lactalis era finora presente in misura limitata.

Giuseppe Ambrosi, presidente e amministratore delegato dell’azienda con sede a Castenedolo ha commentato: “Dopo 80 anni di storia e di successi che hanno permesso al Gruppo Ambrosi di sviluppare le vendite dei propri formaggi in Italia e nel mondo, con una presenza in oltre 50 paesi, abbiamo scelto un’altra impresa familiare, affidando a Lactalis lo sviluppo futuro dei formaggi Ambrosi. Questa scelta rappresenta la migliore garanzia di successo per i dipendenti del nostro Gruppo e per i nostri prodotti: prova di ciò è quello che Lactalis è riuscita a realizzare con la crescita del mercato della mozzarella. Lactalis ha dimostrato di saper coniugare il rispetto delle tradizioni con lo sviluppo dei brand”.

Per Giovanni Pomella, amministratore delegato delle società del gruppo Lactalis in Italia “questa operazione conferma l’interesse del gruppo a sostenere e sviluppare la filiera lattiero-casearia italiana: grazie alla forte capacità di penetrazione della rete commerciale internazionale di Lactalis, due formaggi eccezionali come il Grana Padano ed il Parmigiano Reggiano, potranno consolidare la loro presenza internazionale ed espandersi in nuovi mercati”.

L’azienda è stata fondata nel 1942 da Ottorino Ambrosi. Ha cominciato con il produrre burro e  formaggi, per poi passare anche alla produzione di Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Dal 1987 ha iniziato a crescere per acquisizioni, partendo da Migali, azienda di Castelfranco Veneto (Treviso) specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti freschi, in particolare mozzarelle e altre specialità casearie a pasta filata. Doppo essersi espansa in Europa nei decenni precedenti, l’azienda guidata dal 1991 dal presidente e ad Giuseppe Ambrosi  (ex presidente di Assolatte e presidente della European Dairy Association), conta quattro stabilimenti in Italia e tre filiali negli Usa, in Francia e nel Regno Unito, tramite le quali vende i suoi prodotti in 60 Paesi.

Sul fronte internazionale, il 48% del fatturato è all’estero (100 milioni di euro nella sola controllata francese, la Ambrosi Emmi France) e l’obiettivo è raggiungere e superare il 50%. Nel 2021 sono state avviate anche due nuove filiali negli Stati Uniti, la Abele Bertozzi Inc e la Traversetolese Inc, che si aggiungono alla Ambrosi Food Usa. Sono entrambe spin-off di due controllate italiane: la Abele Bertozzi, fondata addirittura nel 1901, e la Traversetolese, con sede a Traversetolo, provincia di Parma. C’è poi ance Ambrosi UK (ex Anthony Rowcliffe & Son), che opera in Inghilterra.

Sul fronte investimenti, poi, dei 5,5 milioni del 2021 dedicati in gran parte (circa 3 milioni e mezzo) in ambito di sostenibilità, con la realizzazione di un nuovo impianto fotovoltaico a Castenedolo (è già il secondo) da 1,2 Mwh. Per il 2022 si prevedono un nuovo impianto frigorifero e una caldaia a vapore ad altro rendimento. Già acquisita anche un’area da 20mila metri quadrati, in prossimità dello stabilimento bresciano, dove entro i prossimi due anni sarà realizzato un nuovo magazzino, investimento previsto di (almeno) 10 milioni di euro.

Quanto alle fonti finanziarie, ricordiamo che nel settembre 2021 Ambrosi spa, holding operativa dell’omonimo gruppo, ha collocato in private placement un prestito obbligazionario a tasso fisso della durata di sei anni per 12 milioni di euro, garantito dai prodotti DOP in stagionatura a magazzino (si veda qui il comunicato stampa). Nell’operazione sono stati coinvolti in qualità di anchor investor Cassa Depositi e Prestiti e Finlombarda, finanziaria di sviluppo della Regione Lombardia, oltre a Finint sgr per conto del fondo pensione Solidarietà Veneto, e KairosUniCredit ha svolto il ruolo di bookrunner per l’emissione del prestito (si veda altro articolo BeBeez). E a proposito di debito e di pegno sul magazzino, il presidente del gruppo, Giuseppe Ambrosi, era intervenuto lo scorso novembre incontro della BeBeez Academy sul pegno non possessorio.

In precedenza, Ambrosi nel gennaio 2017 aveva incassato un finanziamento da 13 milioni di euro, organizzato da Banca Akros (gruppo Banco BPM) con la partecipazione di Sace e la collaborazione del Consorzio per la tutela del grana padano. Il finanziamento, articolato in linee di credito term e revolving e concesso da un pool di banche, era volto a sostenere l’approvvigionamento di materie prime e lo sviluppo del magazzino di prodotti finiti anche allo scopo di consentire ad Ambrosi un’ulteriore crescita nei mercati esteri, in particolare in quelli francese e statunitense (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dicembre 2019 Ambrosi aveva collocato in private placement due minibond, per un valore totale di 10 milioni di euro. Il primo è stato sottoscritto da Unicredit Volksbank; il secondo da Solution Bank (si veda altro articolo di BeBeez).

Ricordiamo che nel maggio 2021 lo stesso Ambrosi, assieme a Sante Ludovico, ha ceduto La Pizza+1, dai due fondata 25 anni fa e leader in Italia nella pizza rettangolare, focaccia e pinsa congelate, in abbinata con la controllata ligure Il Borgo, produttore di focaccia genovese. A comprare è stata Valpizza, specializzata nella produzione di pizze surgelate, controllata da Aksìa Group attraverso il fondo Aksìa Capital V. I due imprenditori hanno reinvestito per una quota di minoranza nella holding di Valpizza, Tasty spa (si veda altro articolo di BeBeez).

La famiglia bresciana comunque ha tenuto d’occhio anche gli sviluppi nel foodtech.  All’inizio del 2020 aveva infatti partecipato al round da 3 milioni di dollari della mensa aziendale online tedesca Bella & Bona, affiancando il salumificio Rovagnati e il  venture capital Plug and Play Ventures (si veda altro articolo di BeBeez)

Quanto allo shopping italiano di Lactalis, quella di Amrbosi è solo l’ultima di una serie di acquisizioni. L’ultima era stata condotta nel maggio del 2019 e aveva riguardato Nuova Castelli, il principale esportatore di parmigiano reggiano, controllato allora all’80% dal fondo Charterhouse. Nel contesto dell’operazione, Nuova Castelli aveva acquisito il controllo di ILC La Mediterranea, produttrice delle mozzarelle di bufala con il marchio Mandara, di cui già deteneva una partecipazione di minoranza (si veda altro articolo BeBeez).

Il gruppo Lactalis Italia, con le summenzionate Galbani, Parmalat e Nuova Castelli, ha visto crescere il fatturato 2020 del 5,97% rispetto al 2019 per un totale di 2,326 miliardi di euro, pari all’11% di tutto il fatturato del comparto.  I 2,3 miliardi di fatturato generati nel 2020 sono imputabili per il 51% a Galbani, per il 43% al marchio Parmalat e per il 6% a Nuova Castelli.. Questi dati emergono dallo studio condotto da The European House Ambrosetti secondo cui la multinazionale francese è il primo gruppo industriale attivo in Italia sia per numero di siti produttivi, 30 stabilimenti, sia per capillarità sul territorio con una presenza in 10 regioni.

Oggi Lactalis Italia coinvolge nella sua filiera 6.370 aziende come fornitori di beni e servizi, di cui il 55% pmi, localizzate su tutto il territorio nazionale, per un valore complessivo degli acquisti pari a 1,6 miliardi di euro nel 2020.Con 641 milioni di euro di acquisti provenienti da 16 Regioni, Lactalis Italia è, secondo lo studio, anche il primo acquirente della filiera del latte italiana con 1,4 miliardi di litri l’anno, pari a circa il 12% del valore complessivo della produzione nazionale ed è il primo produttore italiano di formaggi DOP con 265mila tonnellate l’anno, e di latte alimentare con oltre 700mila tonnellate vendute.

Lactalis nell’ultimo quinquennio ha investito oltre 280 milioni di euro, un quarto dei quali in sostenibilità e innovazione, e occupa 4.950 dipendenti, numero che sale a 19.030 se si considera l’impatto indiretto e indotto.

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